Ricchezza di informazioni sulle etichette per abbigliamento

Quando si considerano le tipologie di fibra che compongono un capo di abbigliamento, difficilmente si può immaginare che la normativa prevede la suddivisione in ben oltre 50 categorie e che la veridicità delle informazioni presenti sulle etichette applicate prima della messa in vendita è un obbligo di legge.

 

Per certi capi, formati da più tessuti, porre nell’esatto ordine di percentuale ogni tipo di fibra impiegato non è semplicissimo ed è compito del tecnico addetto al controllo qualità di ogni capo stilare la scheda nella maniera più opportuna.
Infatti non si tratta solo di indicare materiali come la lana, il cotone, la seta, ma anche le percentuali di materiali commisti od accostati ai primi come l’acetato, il triacetato, la viscosa, l’acrilico, il nylon e così via.

Etichette di manutenzione per abbigliamento

L’importanza delle etichette di manutenzione del capo di abbigliamento è evidente, poiché l’elenco di queste istruzioni sarà fondamentale per garantire all’abito acquistato una lunga vita, evitare danneggiamenti e preservarlo dall’essere rovinato da lavaggi o stirature improprie.

 

Saranno molto utili anche ogni qual volta l’abito viene inviato in lavanderia o in tintoria per i vari e consueti servizi di pulizia, ovvero per ravvivare il capo.
I simboli che sono stati identificati e omologati per tutto il mercato comunitario corrispondono a cinque categorie di procedure ed indicano se il vestito può o non può essere sottoposto a: lavaggio in acqua, candeggio con cloro, lavaggio a secco, asciugatura, ovvero stiratura; per ogni categoria i vari simboli indicano peraltro le specifiche necessità, come temperature e metodi di trattamento.